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    Guida pratica alle obbligazioni: definizione, tipi (fisse, variabili, zero-coupon, indicizzate), prezzo e rendimento, duration, rischi (credito, tasso, cambio), strategie e checklist prima di investire.

    Obbligazioni: prestiti a Stati o aziende, in cambio di interessi.

    Ott 05, 2025Categories: Investimenti online 0 Comment

    Le obbligazioni sono titoli con cui prestiamo denaro a un emittente — tipicamente Stati, aziende, enti supranazionali o municipalità — in cambio di interessi e del rimborso del capitale a scadenza. In apparenza sono semplici; in realtà dietro ci sono concetti (prezzo, rendimento, durata, rischio di credito, liquidità) che vale la pena conoscere prima di investirci.

    Questa guida ti spiega in modo pratico come funzionano, quali tipi esistono, quali rischi comportano e come leggere una scheda obbligazionaria per scegliere con più consapevolezza. Non è consulenza finanziaria.


    1) Gli elementi base di un’obbligazione

    • Emittente: chi si finanzia (Stato, azienda, banca, organismo sovranazionale, Comune).
    • Valore nominale (o “par”): di solito 100 o 1.000. È il riferimento per cedole e rimborso.
    • Scadenza: quando l’emittente rimborsa il nominale (salvo clausole particolari).
    • Cedola: l’interesse periodico (annuale/semestrale/trimestrale) calcolato sul nominale. Può essere fissa, variabile (indicizzata a Euribor/Eurirs), zero-coupon (nessuna cedola, tutto il rendimento è nello sconto sul prezzo), indicizzata all’inflazione.
    • Prezzo: quanto paghi sul mercato secondario (di solito in % del nominale). Può essere sopra 100 (sopra la pari) o sotto 100 (sotto la pari).
    • Rendimento a scadenza (YTM): il rendimento annuo “complessivo” se tieni il titolo fino a scadenza e se l’emittente rimborsa: include cedole, reinvestimento e differenza tra prezzo pagato e rimborso.
    • Rating: giudizio di merito di credito (AAA…D) di agenzie come S&P, Moody’s, Fitch: non è garanzia, ma un’indicazione del rischio di default.
    • ISIN: codice univoco del titolo.

    I tre numeri chiave da guardare sempre: scadenza, rendimento a scadenza (YTM) e rating (oltre al prezzo).


    2) Come nascono e come si scambiano

    • Mercato primario: l’emittente colloca nuovi titoli (es. aste dei titoli di Stato, emissioni corporate).
    • Mercato secondario: gli investitori si scambiano i titoli dopo l’emissione; qui il prezzo varia in base a tassi, rischio percepito e liquidità.
    • Prezzo “pulito” e “sporco”: il prezzo pulito è senza rateo di cedola; il prezzo sporco include la quota di cedola maturata fra l’ultimo stacco e la data di regolamento (quello che effettivamente paghi/incassi).

    3) Perché il prezzo sale o scende (tassi, durata, curva)

    Regola d’oro: quando i tassi salgono, i prezzi delle obbligazioni scendono (e viceversa).
    Quanto scendono? Dipende da due fattori:

    • Durata/Duration: misura la sensibilità del prezzo ai movimenti dei tassi. Più è alta, più il prezzo è volatile.
    • Convessità: rifinisce la stima per movimenti ampi dei tassi (utile ma avanzato).

    Esempio intuitivo: tra un titolo a 2 anni e uno a 15 anni, a parità di qualità, quello a 15 anni oscilla di più quando i tassi cambiano.


    4) Tipologie principali

    Per emittente

    • Governative/Sovrane (titoli di Stato).
    • Corporate (aziende non finanziarie).
    • Financial (banche, incluse subordinate e AT1: più rischio, più rendimento potenziale).
    • Municipali/Regionali (enti locali).
    • Sovranazionali (BEI, Banca Mondiale…).

    Per cedola

    • Tasso fisso: cedola predeterminata.
    • Tasso variabile (FRN): cedola legata a un indice (Euribor + spread).
    • Zero-coupon: nessuna cedola; compri sotto 100 e rimborsano 100.
    • Indicizzate all’inflazione: proteggono (in parte) dal carovita.

    Per clausole

    • Callable/Putable: l’emittente (call) o l’investitore (put) può anticipare il rimborso a certe date; la call è un rischio per chi compra (se i tassi scendono l’emittente rimborsa presto e ti toglie la cedola “ricca”).
    • Perpetue/Subordinate: possono non avere una scadenza finale certa o essere pagate dopo altri creditori in caso di crisi (rischio maggiore).

    5) Rischi (da conoscere prima di investire)

    • Credito: l’emittente potrebbe non pagare cedole o capitale (default, ristrutturazioni).
    • Tasso: se i tassi salgono, il valore di mercato scende (impatti maggiori per le scadenze lunghe).
    • Liquidità: alcuni titoli hanno spread denaro/lettera ampi o pochi scambi; vendere può costare.
    • Inflazione: erode il potere d’acquisto delle cedole fisse.
    • Cambio: se compri in valuta estera, il risultato dipende anche dall’andamento del cambio (a meno di copertura).
    • Rimborso anticipato (call): l’emittente può rimborsarti proprio quando il titolo ti conveniva di più.
    • Rischio normativo/strumentale: su alcune obbligazioni bancarie subordinate (es. AT1), eventi straordinari possono portare a perdite anche totali.

    Un rendimento più alto non è gratis: quasi sempre remunera uno di questi rischi (o più di uno insieme).


    6) Come leggere una scheda obbligazionaria (esempio)

    Immagina di trovare questa scheda (dati di fantasia):

    • ISIN: XY0000000001
    • Emittente: Alfa SpA (rating BBB)
    • Scadenza: 15/09/2029
    • Cedola: 4% annua, pagabile semestralmente
    • Prezzo: 98,50 (pulito)
    • Rendimento a scadenza (YTM): ~4,5% lordo
    • Valuta: EUR
    • Mercato: regolamentato (es. MOT)
    • Lotto minimo: 1.000 nominali

    Cosa capisci: paghi 98,50 per ogni 100 nominali; incassi la cedola 4% su 100 (non su 98,5) e, a scadenza, 100. La differenza tra 98,5 e 100 aumenta il rendimento (da qui YTM > 4%). Se però vendi prima, il prezzo potrebbe essere diverso (più alto o più basso).


    7) Strategie semplici per usarle bene

    • Ladder (scala): più scadenze distribuite (es. 1-3-5-7-10 anni). Riduce il rischio di azzeccare il timing e libera capitale a rotazione per reinvestire ai tassi del momento.
    • Bullet: scadenze concentrate intorno a un anno obiettivo (utile per un impegno futuro noto).
    • Barbell: mix di brevi (liquidità/elasticità) e lunghe (rendimenti più alti) con poco in mezzo.
    • Duration in linea con l’orizzonte: se ti serve il capitale tra 3 anni, evita durate effettive molto più lunghe.
    • Diversificazione: per emittente, settore, paese, valuta.
    • ETF obbligazionari: alternativa “a pacchetto” (diversificazione istantanea); non hanno scadenza, quindi il prezzo del fondo rimane esposto alle variazioni dei tassi.

    8) Cedole, tasse, costi

    • Cedole: vengono accreditate con la periodicità prevista (al netto delle imposte). Se compri tra due date cedolari, paghi il rateo al venditore; poi lo recuperi al prossimo stacco.
    • Tasse: dipendono dal Paese e dalla tipologia (in molti ordinamenti i titoli di Stato hanno un trattamento agevolato rispetto ai corporate). Verifica sempre le aliquote vigenti per la tua residenza fiscale.
    • Costi: oltre alle commissioni della tua banca/broker, conta molto lo spread denaro/lettera (specie su titoli poco liquidi).

    9) FAQ rapide

    Perché un’obbligazione può valere più di 100?
    Perché il mercato la giudica più attraente (es. cedola alta rispetto ai tassi correnti). Paghi un sovrapprezzo ma incassi cedole ricche; il rendimento effettivo lo misura il YTM, non la cedola.

    Se tengo fino a scadenza, posso perdere?
    Se l’emittente rimborsa regolarmente e tu tieni fino a scadenza, incassi cedole + 100 nominale. Puoi però perdere poteri d’acquisto se l’inflazione è alta (a meno di titoli indicizzati).

    Meglio tasso fisso o variabile?
    Dipende dallo scenario tassi e dal tuo profilo. Fisso dà certezza di cedola; variabile segue l’Euribor (buono se i tassi restano alti, meno se scendono).

    Che differenza c’è tra cedola e rendimento?
    La cedola è l’interesse promesso sul nominale; il rendimento (YTM) è quanto realizzi davvero al prezzo di mercato, includendo anche guadagno/perdita tra prezzo pagato e rimborso.

    Cosa succede se l’emittente fallisce?
    Si attiva una procedura (fallimento/ristrutturazione). Il recupero è incerto e dipende dalla priorità del tuo titolo (senior, subordinato…). È il rischio di credito.


    10) Checklist prima di comprare

    1. Perché la sto comprando? (cedola regolare, scadenza allineata a un obiettivo, diversificazione)
    2. Rendimento a scadenza coerente con i rischi (rating, paese, clausole)?
    3. Duration adatta al mio orizzonte?
    4. Liquidità sufficiente (spread stretto, mercato regolamentato)?
    5. Valuta e inflazione: sto prendendo rischi aggiuntivi?
    6. Costi e imposte chiari?
    7. Non sto concentrando troppo su un solo emittente/settore?

    Conclusione

    Le obbligazioni sono uno strumento utile per generare flussi e dare stabilità a un portafoglio, ma non sono tutte uguali: la combinazione di emittente, scadenza, cedola, prezzo, rating e clausole crea profili di rischio/rendimento molto diversi. Con pochi concetti ben chiari — rendimento a scadenza, duration, rischi principali — puoi valutarle con più sicurezza e usarle in modo coerente con i tuoi obiettivi.

    Disclaimer: informazioni a scopo educativo, non costituiscono raccomandazioni d’investimento. Prima di investire valuta la tua situazione e, se necessario, confrontati con un consulente abilitato.

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